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Il Decameron, tome III
Editeur : Ciardetti
Date : 1824
Sujets : Prose italienne -- 14e siècle
- qu ale sotto il reggim ento d i F i am m e t t a s i ra g io n a d i ciò che a d alcuno am ante, dopo a lc u n i f ie r i o sventu rati a ccid en ti, felicem en te avvenisse. E r a già l oriente tutto bian co , e li sur genti raggi per tutto il
- i suoi piaceri il confortava. M a C im one , che d ’esser chiamato Galeso rifiu tava, r i cordandosi che così da Efigenia era stato chiam ato, volendo onesto fine porre al suo disio , più volte fece tentare C ip seo , padre d’ E figeni a , che lei
- donata la vita, la qual Pasim un da a suo poter sollicitava di far lo r torre , et a prigion perpetua fur dannati ; nella qu ale, sì come si può cred ere, dolorosi stavano e senza speranza mai d 'a lcu u p ia cere. Ma Pasimunda quanto poteva l'ap
- poco tempo lieto fosti della guadagnata preda . Il quale se quel medesimo è che già fu , ninna cosa tanto lieta ti prestarono, quanto quella che al presente s'ap p arec chiano a do n arti: la qu ale, acciò che tu l'u sate forze rip igli e diventi anim
- per due, ma per molle e diverse persone la afi G IO R N A T A Q U IN T A novella, che tutti qu elli che con Martuccio erano sopra il legn etto , erano stati anne gati. L a giovane la quale senza misura della partita di M artuccio era stata dolente
- accidente capita a qu el castello dove l ' A g n o lella e r a , e sposatala, con le i se ne torna a Rom a. N iu n o ne fu tra tutti che la novella d ’E m i lia non commendasse: la qual conoscendo la Reina esser finita, volta ad E lis a , che el la
- moglie che sim ilmente era vec chia. L i qu ali, quando la videro s o la , d is s e ro ; o\fìglino la,ch e vai tu a questa ora così sola faccendo per questa contrada ? L a gio vane piangendo rispose che aveva la sua compagnia nella selva sm arrita,e
- a n a rd i è trovalo d a messer L iz io d a V ulbona con la fig liu o la , la qu ale e g li sposa, e col p a d re d i l e i r i mane in buona pace• T a c e n d o E lis a , le lode ascoltando dalle sue compagne date alla sua novella, impose la Reina
- L L A V. G u idotto d a Crem ona la scia a G iacom in d a P a v ia una sua fa n c iu lla ., e m u o rsi, la qu ale G ia n n o l d i S e v e rin o , e M in g h in o d i M in g o le am ano in F a en z a : a zzu ffa n si in sie m e ; riconoscesi la
- tur bò fieramente, et in tanta ira m ontò, senza dire alcuna cosa , che a poco- si tenne che qu iv i,c o n un coltello che a llato avea,am en duni non g li u ccise, Poi estimando v ilis s i ma cosa essere a qualunque uomo si fosse , non che ad un R e
Il Decameron, tome V
Editeur : Ciardetti
Date : 1824
Sujets : Prose italienne -- 14e siècle
- venute ; non che n elle sepolture de' morti ma ancora altrove , tu tti i peli gli s ’ inco m incia ro no ad arricc ia re addosso, e pa re v agli tratto tratto c h e Scan n adio si dovesse levar ritto e qu iv i scannar l u i . Ma da fe r vente amore a iu
- u ello che era in te rv e n u to , e con qu esto scusan d osi se fo rn ito non avean pienam ente il suo com an dam en to, la sua gra zia et il suo am o re add im an dava. L a qual m ostran do a niun Ciò v o ler c r e d e r e , con re cisa risposta
- ' a lt re , che sì focose e sì a tt e nte erano a dove r far tro var e in fallo l ’ Isabetta, che d i cosa che la badessa in ca po avesse non s ' a vv ed ie no, giunse a ll’ uscio della cella e qu el lo d e l l’ altre aiutata piuse in terra : e t entrate
- ugnersi il gri fo alle spese di C a la n d r in o : e senza tro pp o indugio d a r v i, ave ndo tra se ordin ato qu ello ch e a fare a v e s s e r o , la seguente m attina appostato quan do C a la n d r in o d i ca ia u sc is se , non essendo egli guari
- uscita in un g uarne llo bi an co e c o ’ cape lli ra vv olt i al capo , et ad un pozzo che nella corte era del casamento la van dosi le m an i e ' l v i s o , avv en n e che C a la n d rin o qu iv i venne per acqua, e N O V E LL A V. 37 d sen i cica m
- ogni cosa a N e l l o et a Bulfalmacco , e t insieme t ac ita m en te ordin aron o qu ello che fare gli dovesser di questo suo in n am or am en to. E co m e egli rito rnato fu , disse Bruno piana mente : vedestila ? Rispose Ca la nd ri n o ; o i m è
- a vv ie n che io le favelli ? Rispose C a la n d r i n o ; gn aff e, tu le dira i im p rim a im p rim a , che io le voglio m ille moggia d i qu el buon bene da im p re g n a r e , e p o s c ia , che io son suo servigiale , e se ella vuol nulla ; hami
- v ata Ia c u lla ,in quello letto a l quale ella era a lla to ,in sie m e con A d r ia no si c o r ic ò , credendosi co l m arito c o ric a re. A d ria n o c h e ancora add orm en tato non era , sen ten d o qu esto , la rice v e tte bene e N O
- B io n d el, che è qu esto ? M esser F ilip p o , presolo per li c a p e lli e s tra c c ia ta g li la cuffia in capo e g itta to il c a p p u ccio per terra e d an d ogli tu tta via f o r t e , d iceva ; tra d ito r e , tu il v e d rai bene c iò
- che q u esto è ; che arru b inate m i e ch e zan zeri m i m andi tu d icen d o a m e ? p a io t’io fa n ciu llo da d overe essere u c c e lla to ? E cosi d ic e n d o , con le pugna , le qu ali aveva ch e parevan d i ferro , tu tto il v iso gli r u p
Il Decameron, tome IV
Editeur : Ciardetti
Date : 1824
Sujets : Prose italienne -- 14e siècle
- va. e giunti qu ivi, disse la donna a G ia n ni ; era sp u terai, quando io il ti d irò . Disse G ia n n i: bene. E la donna cominciò l'orazione, e disse ; fantasim a, fantasima , che di notte vai, a coda ritta ci v e n isti, a coda ritta te n ’ a n
- m arito venduto, ella d ic e , ch e venduto l'h a a d uno che den tro v ’ è a vedere se saldo g l i p a r e . I l qu ale salta tone f u o r i , i l f a ra d ere a l m arito e po i p o rtarsenelo a casa su a . C o n grandissime risa fu Ia novella d
- ' mpac cio che in casa ci dava l'h o venduto sette ad un buono uomo , il qu ale, come tu qui tornasti v ’ entrò den tro , per vedere se sal do fosse. Quando il marito udì questo, fu più che contento , e disse a colui che ve nuto era per esso; buono uomo
- oltre a questo l'u n dei bracci con tutta la spalla, com inciò a dire; radi q u ivi, e qu ivi, et anche c o là , e , v e dine qui rim aso un m icolino. E mentre che così stava et al marito insegnava e r i co rd ava, G iannello, il quale appieno non
- compagno suo nel più alto luogo della nostra c a sa , et egli et io qua entro ce n ’ entram m o. E perciò che altri che la madre del fanciullo non puo N O V E L L A 111. 37 essere a così fatto servigio, perchè nitri non c im pacciasse,qu i ci serram m o
- sua casa divideva da qu ella, di dovere per quello tante volte guatare, che ella vedrebbe il giovane in atto da potergli p a rla re , e di donargli il suo amore se egli il volesse r i cevere , e se modo vi si potesse vedere di ritrovarsi con lui
- non uscirà di c asa , ma si metterà a guardia d e ll'u sc io : e perciò truova modo che su per lo tetto tu venghi stanotte di qu a, sì che noi siamo in siem e. i l giovane contento molto di questo fatto, disse ; ma donna, lasciate far m e. Venuta le
- fattaglidalla moglie. 56 GIO RN A T A SETTIM A N O V E L L A VII. L o do vico discuopre a m adonna B eatrice l'a m o re, i l qu ale e g li le porta ; la qu a l m a n da E g a n o suo m arito in u n g ia r d in o in fo rm a d i se , e con Lodovico si g ia
- seguita l ' a m an te, la d o n n a mette in luogo d i se n el letto u n 'a ltr a fe m in a , la qu ale i l m arito b a tte, e ta g lia le le trecce , e po i va p e r li f r a t e l l i d i l e i , l i q u a li trovan d o ciò non esser v e r o , g li