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Il Decameron, tome V
Editeur : Ciardetti
Date : 1824
Sujets : Prose italienne -- 14e siècle
- 1824
- IL DECAMERON DI M ESSER GIOVANNI BOCCACCIO CITTADINO FIORENTINO VOLUM E V. F IR E N Z E PRESSO L E O N A R D O C IA R D E T T l 1824. F I N I S C E L’ O T T A V A G l O R N A T A D EL DECAMERON: IN C O M IN C I A L A N O N A , N e lla
- ’ azz urrino in c o lor ci le slro muta to t u t t o , e com in c ia v a nsi i fioretti per li prati a levar s u s o , quando E m i l i a le vat as i, fece le sue co mpagne et i g io v a n i parim ente ch iam ar e. L i quali v e nuti et appresso al
- tutti m a n gia ro no . E da quella l e v a t i , al carolare et » 1 sonare si dierono per alquanto sp a z io ; e p o i , com andandolo la Reina, chi v olle s’a n d ò a riposare. Ma già l’ ora usitata venuta, ciascu no nel luogo usato s’ adunò
- n t a r v i , o l t r e a quelle che det t e sono, una novella nella quale non solamente la potenzia d ’amore com pre n de rete, ma il senno da una valorosa donna u sato a torsi da dosso due che c on tro al suo piacere l ’ a m a v a n , co g n
- andando gli venne un pen sier m olto pauroso nel l ' a n i m o , e com in ciò a d ir se co : deh che bestia sono i o ? d o v e vo io ? o che so io se i pare nti di co st e i, forse avvedutisi che io l'a m o , credendo essi quel 1 0 g io r n a t a n o n
- adio non vo glia no per doveriosi tenere in braccio o m etterlo in b ra ccio a le i ; anzi si dee credere che essi ne voglia n fa r qualche s t r a z i o , sì com e d i colu i che forse già d ’alcuna cosa gli d i s e r v i . C o st e i d ic e che di
- oscera nno e per a v ventura mi faranno m a l e , o co m e che essi n on me ne facc ian o, io non a vr ò fatto n u l l a ; che essi non m i lascieranno con la don n a , e la donna dirà poi che io abbio ro tto i l suo com an dam en to e non farà mai
- t a t o , questi e gli a lt ri p a u rosi pensier vinc endo, stando com e se egli il morto fo s se , com in c iò ad aspettare che di lui dovesse in te rv e n ir e . R i nu c c i o , a p pressandosi la mezza not te, usci di casa sua per far quello
- esser com e malios o condennato al fuoco; o di dovere, se egli si risapesse, venire in od io de'suoi parenti ; ed a lt r i s i m i l i , d a i q u a l i tutto che rattenuto fu. M a poi riv o lt o diss e: deh dirò i o d i no della prima cosa che questa
- costoro tolta la a v e a , se ne t orn ò dentro et andossene in c a m e r a , affermando con la fante senza alcun dubbio ciascun di costoro amarla m o l t o , poscia quello avean fa tto, sì com e appariva , che ella loro aveva im post o. Rin uccio dolente
Il Decameron, tome III
Editeur : Ciardetti
Date : 1824
Sujets : Prose italienne -- 14e siècle
- 1824
- : • à IL DECAMERON DI M E SSE R GIOVANNI BOCCACCIO C IT T A D IN O F IO R E N T IN O VOLUME III. FIREN ZE PRESSO LEONARDO CIA RDETTI 1824 F I N I S C E LA Q U A R T A G I O R N A T A DEL DECAMERON: INCOMINCIA LA Q U I N T A , N ella
- giammai per alcuno vivente veduta fosse. E quinci com inciò a distinguer le parti di le i, lodando i c a p e lli, li quali d ’oro esti m ava, la fronte, il naso e la bocca, la gola e le braccia, e sommamente il p etto , poco ancora rilevato: e di
- le sue fem ine, si levò su d i cendo ; Cim one, rim anti con D io . A cui allora Cimon rispose: io ne verrò te c o . E quantunque la giovane sua com pagnia r i fiutasse, sempre di lui tem endo, mai da se p artir nol potè infino a tanto che egli non
- re , che asim P unda per promessa fedo. T o r nossi a d u n que C imone ( lei già avendo sopra la sua nave fatta sa lire , senza alcuna altra, cosa toccare de’ Rodiani) a suoi com pagn i e l o ro lasciò andare. Cim one adunque, più che altro uomo
- morire , del quale senza esso prima si sa rebbe poco curato. Dolevansi sim ilm ente i suoi com pagni, ma sopra tutti si doleva Efigenia , forte piangendo et ogni percossa d e ll’onda temendo, e nel suo pianto aspra mente maladiceva l’amor di Cimone e
- ac o , o lire modo gli dispiacque , perciò che si vedeva della sua speranza p riv a re , nella quale portava che, se Ormisda non la pre n desse, fermamente doverla avere e g li. M a, sì come savio, la noia sua dentro tenne na scosa: e com inciò
- di Ci mone, il quale co'suo i compagni in prigione avea , et immaginò niun altro compagno migliore nè più fido dover potere avere che Cimone in questa c o sa. Per che la seguente notte occultamente nella sua camera il fe'v enire, e com inciogli
- nuove spose con molte altre donne già a tavola erano per mangiare assettate ordina tam ente, fattisi innanzi e gittate le tavole in terra, ciascun prese Ia sua, e nelle brac cia de’ com pagni m essala, comandarono che alla nave apprestata le menassero
- di presente. L e novelle spose cominciarono a piagnere et a g rid are,et il sim igliante l ' a l t re donne et i se rv id o ri, e subitamente fu ogni cosa di romore e di pianto ripieno. Ma Cim one e Lisim aco e’ Ior com pagn i, tirale le spade fuori
- mezza, e morto sel fece cadere a ’ piedi. A llo aiuto del quale correndo il misero O rm isd a , sim ilm ente da un de’ colpi di Cimone fu u cciso; et alcuni altri che ap pressar si vollono, d a’ com pagni di L isim a co e Cim one fediti e ributtati
Il Decameron, tome I
Editeur : Ciardetti
Date : 1824
Sujets : Prose italienne -- 14e siècle
- 1824
- I. ^ l'E F IR E N Z E PREsso LEONARDO ClARDETTl 1824 - ¿o . PREFAZIONE R ipubblicando il D e c a m e r o n e d i Giov. Boccaccio si perderebbe opera e tempo nel ricopiare le lo d i , che durante il corso d i oltre a quattro secoli e mezzo
- lette queste ed izio ni, e convenne ritornare alle an tiche: Je com plete a ll’opposto ebbero tanto credito e si moltiplicarono talmente dopo Ja fine del XVI. secolo, clic le dette due riformate non servono più se non per coloro, i quali Vogliono fare
- ' • . ' . . . a . i •5■.*;&. - I .1 if \ ‘ :*Ì H. ' t ?•/!i . r o! 'I .;||/ . • •i ■; J Ir. I , ni , . ; UI jì r. : . , 1 ■l!i . ; Com incia il L ib r o chiam alo D e c a m e r o n , c og nom in a to p rencipe G a l e o t t o , nel quale si conteng ono
- cento novelle , in diece dì dette da sette d o n n e e da tre giovani u o m i n i . PROEMIO U m a n a cosa è a ver compassione d e g li a fflitti ; e com e che a ciascuna persona stea b en e, a. coloro è m a ssi m am ente richiesto, li quali già
- legge in com m utabile a tu tte le cose m ondane aver f i n e , il mio ani o re , oltre a d ogni a ltro fe r v e n te , et il quale niuna fo r z a d i p roponim ento, o d i co n sig lio , o d i 'vergogna evidente, o pericolo che se g u ir ne p o tesse
- credo, ira l’a ltre v irtù è som m am ente da com m endare , et il contrario da biasim are ; per non parere ingrato, ho meco stesso propo sto d i volere, in quel poco che pei■me si p u ò , in cambio d i ciò che io rice v e tti, ora che libero d ir m i p
- sono m olto m en j o r t i , che g li u o m in i, a sostenere. I l che d egli in n a m o ra ti uom ini, non a v vien e , sì com e noi possiam o aperta m ente v e d e r e . E ssi, se alcuna m a lin c o n ia , o gravezza d i pensieri g li a fflig
Il Decameron, tome II
Editeur : Ciardetti
Date : 1824
Sujets : Prose italienne -- 14e siècle
- 1824
- IL DECAMERON DI MESSER G IO VA NN I BOCCACCIO CITTAD IN O FIO REN TIN O V O LU M E II. F I R EN ZE PR E S S O LEONARDO 1824. C IA R D E T T I F I N I S C E LA S E C O N D A G IO R N A T A D EL DECAMERON, INCOMINCIA L A T E R Z
- A , Nella quale si ragiona sotto i l reggim ento d i NEI FILE d i chi alcuna cosa molto da lu i disi derata con in d u stria acquistas se , o la p erduta ricoverasse. L ' aurora già di vermiglia com inciava, ap pressandosi il sole, a divenir rancia, quan
- alquanto rilevato dal pia n o sopra un poggetto era p o sto , gli ebbe co n d o tti. Nel quale entrati e per tutto an d ati, et avendo le gran sale, le pulite et or nate camere com piutam ente ripiene di ciò che a camera s’appartiene, som m am ente il
- com m endarono, e magnifico reputarono il signor di quello. Poi a basso d iscesi, e ve d uta l'am plissim a e lieta corte di quello , le volte piene d ’o ttimi vini , e la freddissi ma acqua e t in gran copia che quivi surgea, più ancora il lodarono
- bellezza tu tto in siem e, più attentam ente le parti di quello com inciarono a riguardare. E sso avea d in torno da se e per lo mezzo i n assai p a rti vie am pissim e, tutte d iritte come strale e coperte di pergolati di v i ti , le quali face van
- , tanto piacque a ciascuna don na et a tre giovani, che tu tti com inciarono ad affermare c h e , se Paradiso si potesse in terra fa re , non sapevano conoscere che al tra forma , che quella di quel giardino, gli si potesse d a re, nè pensare oltre
- monache, che tutto se ne struggea, com prendendo per le parole di N uto che a lui dovrebbe poter v enir fatto di quello che egli disiderava. E t avvisandosi che fatto non gli verrebbe se a N uto ne dicesse niente, gli disse: deli come ben facesti
- a venirtene ! che è u n uom o a star con fem in e ? egli sarebbe meglio a star con D iavoli; elle non sanno delle sette volte le sei quello che elle si vogliono elleno stesse. Ma poi, partito il lor ragio nare, com inciò Masetto a pensare che mo do dovesse
- era , e lu i, che sem biante facea di dorm ire, com inciarono a riguardare. Per che l’ una , che alquanto era più baldanzosa, disse a ll’ altra: se io credessi che tu mi tenessi credenza, io ti direi un pensiero che io ho avuto più vol te, il quale
- allora d isse; tu com in ci ad aver pensiero del mal prim a che egli ti venga; quando cotesto avvenisse, allora si vorrà pensare: egli ci avrà m ille modi da fare si che mai non si saprà, pur che noi medesime nol diciam o. Costei udendo ciò, avendo già
Il Decameron, tome IV
Editeur : Ciardetti
Date : 1824
Sujets : Prose italienne -- 14e siècle
- 1824
- IL DECAMERON DI MESSER G IO VAN N I BOCCACCIO C IT T A D IN O F IO R E N T IN O V O LU M E IV . F IR E N Z E PRESSO LEONARDO C IA R D E T T ! 1824» F I N I S C E L A S E S T A G I O R N A T A D E L DECAMERON: IN C O M IN C IA L A S E
- venuta fu la fine del G IO R N A T A S E T T IM A 5 desinare, e le vivande e le tavole furon r i mosse, ancora più lieti che prima , com in ciarono a cantare. Q uindi , essendo in più luoghi per la piccola valle fatti letti, e tutti dal discreto
- vati eran o , e tempo era da ridacersi a no v ellare, come il Re vo lle, non guari lonta no al luogo dove mangiato avean o, fatti in su l’ erba tappeti distendere , e vicin i a i lago a seder postisi, comandò il Re ad : E m ilia che com inciasse. L
- in casa e standosi con Peronella, dopo alquan to, dove in tutto il dì tornar non soleva, a casa se ne to rn ò , e trovato l ’ uscio serrato dentro, picchiò,e dopo’ l picchiare com inciò seco a dire: oIddio,lodato sia tu sempre; che, benché tu m'abbi f
- atto povero, almeno m ’hai tu consolato di buona e d ’ onesta giovane di moglie. V edi com e ella tosto serrò l ’uscio dentro, come io ci u s c ii, acciò che alcuna persona entrar non ci potesse che noia le desse. Peronella, sentito il marito, che al
- m arito, com inciò a dire.* dove se’, buona donna ? A l quale i l m arito , che già veniva , d isse : eccom i, che domandi tu ?D isse G ian n ello: qual se’ tu ? io vorrei la douna con la quale io feci il mercato di questo doglio . Disse il buono
- , et ispogliatosi in camiscione , si fece accendere un lume e dare una radim adia,e fuvvi entrato dentro e com inciò a radere . E Peronella , quasi veder volesse ciò che facesse , messo il capo per Ia bocca del doglio, che molto grande non er a , et
- oltre a questo l'u n dei bracci con tutta la spalla, com inciò a dire; radi q u ivi, e qu ivi, et anche c o là , e , v e dine qui rim aso un m icolino. E mentre che così stava et al marito insegnava e r i co rd ava, G iannello, il quale appieno non
- ; pure in processo di tempo, senza lasciar l ’abito, se le riprese, e com incio a dilettarsi d'apparere e di vestire di buon Tomo i r . J ■XI G IO R N A T A S E T T IM A p a n n i, e d ' essere in tutte le sue cose leg g iadretto et ornato, et a fare
- nutricano, fa bisogno. Così adunque ritornato frate Rinaldo nei prim i ap petiti, com inciò a visitare molto spesso la com are; e cresciutagli baldanza , con più ¡stanzia che prim a non faceva , la cominciò a sollicitare a quello che egli di lei disiderava