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Il Decameron, tome III

Auteur : Boccace (1313-1375)

Editeur : Ciardetti

Date : 1824

Sujets : Prose italienne -- 14e siècle

  • 1824
  • : • à IL DECAMERON DI M E SSE R GIOVANNI BOCCACCIO C IT T A D IN O F IO R E N T IN O VOLUME III. FIREN ZE PRESSO LEONARDO CIA RDETTI 1824 F I N I S C E LA Q U A R T A G I O R N A T A DEL DECAMERON: INCOMINCIA LA Q U I N T A , N ella
  • qu ale sotto il reggim ento d i F i am­ m e t t a s i ra g io n a d i ciò che a d alcuno am ante, dopo a lc u n i f ie r i o sventu rati a ccid en ti, felicem en te avvenisse. E r a già l oriente tutto bian co , e li sur­ genti raggi per tutto il
  • i suoi piaceri il confortava. M a C im one , che d ’esser chiamato Galeso rifiu tava, r i­ cordandosi che così da Efigenia era stato chiam ato, volendo onesto fine porre al suo disio , più volte fece tentare C ip seo , padre d’ E figeni a , che lei
  • donata la vita, la qual Pasim un­ da a suo poter sollicitava di far lo r torre , et a prigion perpetua fur dannati ; nella qu ale, sì come si può cred ere, dolorosi stavano e senza speranza mai d 'a lcu u p ia­ cere. Ma Pasimunda quanto poteva l'ap
  • poco tempo lieto fosti della guadagnata preda . Il quale se quel medesimo è che già fu , ninna cosa tanto lieta ti prestarono, quanto quella che al presente s'ap p arec­ chiano a do n arti: la qu ale, acciò che tu l'u sate forze rip igli e diventi anim
  • per due, ma per molle e diverse persone la afi G IO R N A T A Q U IN T A novella, che tutti qu elli che con Martuccio erano sopra il legn etto , erano stati anne­ gati. L a giovane la quale senza misura della partita di M artuccio era stata dolente
  • accidente capita a qu el castello dove l ' A g n o lella e r a , e sposatala, con le i se ne torna a Rom a. N iu n o ne fu tra tutti che la novella d ’E m i­ lia non commendasse: la qual conoscendo la Reina esser finita, volta ad E lis a , che el­ la
  • moglie che sim ilmente era vec­ chia. L i qu ali, quando la videro s o la , d is ­ s e ro ; o\fìglino la,ch e vai tu a questa ora così sola faccendo per questa contrada ? L a gio­ vane piangendo rispose che aveva la sua compagnia nella selva sm arrita,e
  • a n a rd i è trovalo d a messer L iz io d a V ulbona con la fig liu o la , la qu ale e g li sposa, e col p a d re d i l e i r i ­ mane in buona pace• T a c e n d o E lis a , le lode ascoltando dalle sue compagne date alla sua novella, impose la Reina
  • L L A V. G u idotto d a Crem ona la scia a G iacom in d a P a v ia una sua fa n c iu lla ., e m u o rsi, la qu ale G ia n n o l d i S e v e rin o , e M in ­ g h in o d i M in g o le am ano in F a en z a : a zzu ffa n si in sie m e ; riconoscesi la
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Il Decameron, tome IV

Auteur : Boccace (1313-1375)

Editeur : Ciardetti

Date : 1824

Sujets : Prose italienne -- 14e siècle

  • 1824
  • IL DECAMERON DI MESSER G IO VAN N I BOCCACCIO C IT T A D IN O F IO R E N T IN O V O LU M E IV . F IR E N Z E PRESSO LEONARDO C IA R D E T T ! 1824» F I N I S C E L A S E S T A G I O R N A T A D E L DECAMERON: IN C O M IN C IA L A S E
  • va. e giunti qu ivi, disse la donna a G ia n ­ ni ; era sp u terai, quando io il ti d irò . Disse G ia n n i: bene. E la donna cominciò l'orazione, e disse ; fantasim a, fantasima , che di notte vai, a coda ritta ci v e n isti, a coda ritta te n ’ a n
  • m arito venduto, ella d ic e , ch e venduto l'h a a d uno che den tro v ’ è a vedere se saldo g l i p a r e . I l qu ale salta­ tone f u o r i , i l f a ra d ere a l m arito e po i p o rtarsenelo a casa su a . C o n grandissime risa fu Ia novella d
  • ' mpac cio che in casa ci dava l'h o venduto sette ad un buono uomo , il qu ale, come tu qui tornasti v ’ entrò den tro , per vedere se sal­ do fosse. Quando il marito udì questo, fu più che contento , e disse a colui che ve­ nuto era per esso; buono uomo
  • oltre a questo l'u n dei bracci con tutta la spalla, com inciò a dire; radi q u ivi, e qu ivi, et anche c o là , e , v e­ dine qui rim aso un m icolino. E mentre che così stava et al marito insegnava e r i ­ co rd ava, G iannello, il quale appieno non
  • compagno suo nel più alto luogo della nostra c a sa , et egli et io qua entro ce n ’ entram m o. E perciò che altri che la madre del fanciullo non puo N O V E L L A 111. 37 essere a così fatto servigio, perchè nitri non c im pacciasse,qu i ci serram m o
  • sua casa divideva da qu ella, di dovere per quello tante volte guatare, che ella vedrebbe il giovane in atto da potergli p a rla re , e di donargli il suo amore se egli il volesse r i­ cevere , e se modo vi si potesse vedere di ritrovarsi con lui
  • non uscirà di c asa , ma si metterà a guardia d e ll'u sc io : e perciò truova modo che su per lo tetto tu venghi stanotte di qu a, sì che noi siamo in siem e. i l giovane contento molto di questo fatto, disse ; ma­ donna, lasciate far m e. Venuta le
  • fattaglidalla moglie. 56 GIO RN A T A SETTIM A N O V E L L A VII. L o do vico discuopre a m adonna B eatrice l'a m o re, i l qu ale e g li le porta ; la qu a l m a n da E g a n o suo m arito in u n g ia r ­ d in o in fo rm a d i se , e con Lodovico si g ia
  • seguita l ' a ­ m an te, la d o n n a mette in luogo d i se n el letto u n 'a ltr a fe m in a , la qu ale i l m arito b a tte, e ta g lia le le trecce , e po i va p e r li f r a t e l l i d i l e i , l i q u a li trovan­ d o ciò non esser v e r o , g li
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Il Decameron, tome II

Auteur : Boccace (1313-1375)

Editeur : Ciardetti

Date : 1824

Sujets : Prose italienne -- 14e siècle

  • 1824
  • IL DECAMERON DI MESSER G IO VA NN I BOCCACCIO CITTAD IN O FIO REN TIN O V O LU M E II. F I R EN ZE PR E S S O LEONARDO 1824. C IA R D E T T I F I N I S C E LA S E C O N D A G IO R N A T A D EL DECAMERON, INCOMINCIA L A T E R Z
  • ’ i ’ njj f o ; fate p u r ben v o i , che io farò bene io, se io p o trò . S telte si a d u n qu e cheto frate P u c c io , e r im is e m a no a’ suoi paternostri; e la d o n n a e messer lo m on aco da quest* notte innanzi, fatto in altra parte
  • vostra discreta considerazion si rimanga a conoscer quello che io disiderando, fornir con parole non posso. Sol tanto vi dico che come imposto m ’avete, cosi penserò di far senza fallo; et allora forse più rassicurato di tanto dono qu anto conceduto m’av
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Il Decameron, tome I

Auteur : Boccace (1313-1375)

Editeur : Ciardetti

Date : 1824

Sujets : Prose italienne -- 14e siècle

  • 1824
  • I. ^ l'E F IR E N Z E PREsso LEONARDO ClARDETTl 1824 - ¿o . PREFAZIONE R ipubblicando il D e c a m e r o n e d i Giov. Boccaccio si perderebbe opera e tempo nel ricopiare le lo d i , che durante il corso d i oltre a quattro secoli e mezzo
  • nuovamente venuta, spaven­ ta r m i. Per le quali cose e qu i,.e fuor di qui, e t in casa mi sembra star male; e tan­ t o più ancora, quanto egli mi pare eh« niuna pe rsona, la quale abbia alcun polso, « dove possa andare, come noi abbiamo, ci IN T R O D U