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Il Decameron, tome V

Auteur : Boccace (1313-1375)

Editeur : Ciardetti

Date : 1824

Sujets : Prose italienne -- 14e siècle

  • 1824
  • IL DECAMERON DI M ESSER GIOVANNI BOCCACCIO CITTADINO FIORENTINO VOLUM E V. F IR E N Z E PRESSO L E O N A R D O C IA R D E T T l 1824. F I N I S C E L’ O T T A V A G l O R N A T A D EL DECAMERON: IN C O M IN C I A L A N O N A , N e lla
  • i t a , si guardi che p iò uè messo uè ambasciata mi N O V E LLA I. 9 m a n d i . E t appresso questo te n ' a n d r a i a R in u ccio P a le r m in i , e si gli dirai : madon­ na Fra ncesca dice che è presta di volere ogni tuo piacer fare, dove tu
  • a che non è le fanno far questo pe r u cc id er mi in quello a v e llo ? I l che se a v v e n is s e , io m ' avrei il d an no, n è mai cosa del mondo se ne saprebbe che lor n o c e s s e . O che so io se forse alcun m io n im ic o questo mi ha pr
  • oscera nno e per a v ­ ventura mi faranno m a l e , o co m e che essi n on me ne facc ian o, io non a vr ò fatto n u l­ l a ; che essi non m i lascieranno con la don­ n a , e la donna dirà poi che io abbio ro tto i l suo com an dam en to e non farà mai
  • u ffa lm a c c o , che guari non era l o nta n o, vedendol pa rtito da N e l l o , gli si fece in co n t ro , e salutatolo il d omandò se egli si sentisse niente. Cala nd rin o r i s p o s e r o non so ; pur testé mi dice va N e llo che io gli pareva
  • , a m e n a rlo c i. C a ­ la n d rin o a llo ra d isse : d eh s ì , com pagno 24 G IO R N ATA N O N A m i o , v a v v i e sa ppim i ri d ir e com e il fatto sta , che io mi sento un non so che d en tro . Br u n o andatosene al maestro S i m o n e , v
  • , che io la r o m perei tu tta ,a v v eg na che egli mi stea m oll o bene, che io non la doveva mai lasc ia r sa­ lir di sopra. Ma per certo , se io ca m p o d i questa, ella se ne potrà ben pr ima m ori r di v o g lia . Br u n o e Buffalmacco e N e l l
  • a t a , cioè com e la malizia d 'u n o il senno soper­ chiasse d 'u n a lt ro , con grave danno e s c o r­ no del sop er chia to, il che mi pia ce d i r a c ­ contarvi. E r a n o , non sono m o lt i anni p a s s a t i, in S ie n a due già per età co m
  • ’ hai rubato e g i ucato il m i o , ma sopra ciò hai impedita l a mia andata , et anche ti fai beffe di me . I l For ta rr igo stava pur fermo com e se a lui n on d ic e sse , e dic e va : deh perditi non mi v u o ’ tu m iglio ra r qui di tre soldi? non
  • n a , e non ve­ ne trov e rre’ uno che così mi stesse ben c o ­ m e ques to; e t a dire che io il lasciassi a costui per tre nto tto s o l d i , e gli vale ancor quaranta o più, sì che tu m i piggiorresti i n due m od i. L ’ An giu li e ri di gra