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Bibliografia dantesca. Tome I.II

Auteur : Colomb de Batines, Paul (1811-1855)

Editeur : Tipografia Aldina

Date : 1845

Sujets : Dante Alighieri (1265-1321) -- Bibliographie | Dante Alighieri (1265-1321) -- Divina commedia

  • , 1757; — M ilano, 1804; — Roma, 1806; — Livorno, 1 8 0 7 ;— Jena, 1807 ; — Roma , 1815 e 1820 ; — Padova , 1822; — Udine , 1823 ; — Firenze, Le Monnier, 1837; — Firenze, Passigli, 1838; — Lon­ d ra , 1842. Vedi la Serie delle edizioni della Div. Com
  • ivina Commedia ho indicato altri diversi esemplari p o stilla ti dì alcune edizioni di D ante, ma non avendo potuto aver soli’ occhio questi esemplari, ignoro se sieno com prese varie le­ zioni in queste postille. 336 STUDI SOPRA IL TESTO s * Alcune
  • nella Palatina. Gli editori di Padova, 1822, fecero uso del lavoro del Perazzini, e non poco se n’ è giovato il sig. P arenti nel Saggio di una edizione della Div. Com. Vedi le fac. 153 e 197. . 6 + Varie lezioni di Pietro nelle tre Cantiche. figlio
  • . O pera zeppa d’erudizione com ponente il n.° V I degli Aneddoti del Dionisi, dedicata dall’autore a monsig. Gian A ndrea Avogadro, vescovo di V erona. L’autore fa avvertire passim un gran num ero di lezioni scorrette introdotte nel testo del Poem
  • Riccardiana e presso lord Vernon. Il p. Lombardi pubblicò a Roma nel 1793 dal Fulgoni, u n ’ Ag giunta alla Div. Com. stam pala in ltom a nel 1791 in tre voi. in 4 ., ossia Esame delle correzioni, che pretende doversi fare in essa Mons. Gian Jacopo Dionisi
  • ne’suoi Blandim enti funebri. Q uest’aggiunta fu riprodotta nei Prolegomeni delle edizioni di Roma , 1815 e 1820, e nel 1. V. di quella di Padova, 1822, fac. 369-390. Biogr. univ., Suppl., trad. ital. * L ettera sulle nove Lezioni della Divina Com m edia
  • pretesa oscurità della Div. Com. 358 STUDI SOPRA IL TESTO ti : inferno, C. V I, v. 18; V II. v. 1; X X X III. v. 88; — Purgato rio , C. V I, v. 66; X X I. v. 81; X X X . v. Ì 5 ; — Paradiso, C. V III, v. 44 ; X V I. v. 38 ; X X . v. 14 ; X X II. v. 71
  • ; X X III. v. 132 ; X X V III. v. 133. * Di un antico testo a penna della Divina Com media di Dante. Con alcune A n n o ta zio n i sulle v a ria n ti lezio n i e sulle postille del me­ desimo. L ettera di Eustazio Dicearcheo (Abate di Costanzo) ad
  • Angelio Sidicino (Luigi Antonio Sómpano). In Roma, p e l F u lg o n i, 1801, in 4di n i fac. L a lettera è colla data di Montecassino 15 luglio 1800, e ne par­ lerò più distesamente al capitolo dell’ Originalità della Div. Com. La parte relativa alle v
  • arian ti è com presa nelle fac. 27-111. Esse varianti sono tolte da un Codice del secolo X IV conservato nella Biblioteca del m onastero di M ontecassino, col n.° 512. Descrivendo questo Codice avvertirò le e d iz io n i, dove sonosi adoperale quelle
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Il Decameron, tome V

Auteur : Boccace (1313-1375)

Editeur : Ciardetti

Date : 1824

Sujets : Prose italienne -- 14e siècle

  • ’ azz urrino in c o ­ lor ci le slro muta to t u t t o , e com in c ia v a nsi i fioretti per li prati a levar s u s o , quando E m i l i a le vat as i, fece le sue co mpagne et i g io v a n i parim ente ch iam ar e. L i quali v e ­ nuti et appresso al
  • tutti m a n ­ gia ro no . E da quella l e v a t i , al carolare et » 1 sonare si dierono per alquanto sp a z io ; e p o i , com andandolo la Reina, chi v olle s’a n ­ d ò a riposare. Ma già l’ ora usitata venuta, ciascu no nel luogo usato s’ adunò
  • n t a r v i , o l t r e a quelle che det t e sono, una novella nella quale non solamente la potenzia d ’amore com pre n de­ rete, ma il senno da una valorosa donna u sato a torsi da dosso due che c on tro al suo piacere l ’ a m a v a n , co g n
  • andando gli venne un pen sier m olto pauroso nel l ' a n i m o , e com in ciò a d ir se co : deh che bestia sono i o ? d o v e vo io ? o che so io se i pare nti di co st e i, forse avvedutisi che io l'a m o , credendo essi quel 1 0 g io r n a t a n o n
  • adio non vo glia no per doveriosi tenere in braccio o m etterlo in b ra ccio a le i ; anzi si dee credere che essi ne voglia n fa r qualche s t r a z i o , sì com e d i colu i che forse già d ’alcuna cosa gli d i s e r v i . C o st e i d ic e che di
  • oscera nno e per a v ­ ventura mi faranno m a l e , o co m e che essi n on me ne facc ian o, io non a vr ò fatto n u l­ l a ; che essi non m i lascieranno con la don­ n a , e la donna dirà poi che io abbio ro tto i l suo com an dam en to e non farà mai
  • t a t o , questi e gli a lt ri p a u ­ rosi pensier vinc endo, stando com e se egli il morto fo s se , com in c iò ad aspettare che di lui dovesse in te rv e n ir e . R i nu c c i o , a p ­ pressandosi la mezza not te, usci di casa sua per far quello
  • esser com e malios o condennato al fuoco; o di dovere, se egli si risapesse, venire in od io de'suoi parenti ; ed a lt r i s i m i l i , d a i q u a l i tutto che rattenuto fu. M a poi riv o lt o diss e: deh dirò i o d i no della prima cosa che questa
  • costoro tolta la a v e a , se ne t orn ò dentro et andossene in c a m e r a , affermando con la fante senza alcun dubbio ciascun di costoro amarla m o l t o , poscia quello avean fa tto, sì com e appariva , che ella loro aveva im post o. Rin uccio dolente
  • u ello che era in te rv e n u to , e con qu esto scusan­ d osi se fo rn ito non avean pienam ente il suo com an dam en to, la sua gra zia et il suo am o­ re add im an dava. L a qual m ostran do a niun Ciò v o ler c r e d e r e , con re cisa risposta
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Roland furieux, Tome I

Auteur : Arioste, L' (1474-1533)

Editeur : P. Masgana

Date : 1842

Sujets : Littérature italienne -- Ouvrages avant 1800

  • traduction offre, par sa division en o c ta v e s, une étude com parative très-utile ; lue pour elle-m ê m e, elle a to ute l’aisance et l’allure facile d’une œ uvre origin ale. Quel lecteur de nos jo u rs (e n adm ettant tous les systèm es littéraires
  • , exécuté vers par vers (et qui rend cet ou vrage com m e propre à l'E d ite u r), ajoute encore à sa perfection. L e chem in du m ieux ne sa u rait ja m ais être fe r m é ; l’ É d iteu r ose dire cependant qu ’ un nouveau trad u cteu r d ’A rio ste
  • éviterait d iffici­ lem ent a ujou rd’ hui les traces de ses deux devanciers. — Com m e exécution typ o grap h iq ue, on rem arquera qu ’on a ram ené ici à deu x volum es les cinq volum es des éditions p récéd en tes; que si on n’a point poussé plus loin
  • cette rédu ction , c’est que des livres com p actes publiés récem m ent on t été ju g é s illisibles. P au l M ASG AN A. P aris, le 8 ju in 18 2 4 ' , ' • - VIE DE L ’ A R I O S T E . La vie du Tasse est tout un drame dont le dernier mot est
  • , les palad ins, le s com b ats, les am ou rs, la galanterie et les audacieux exploits, qui sign alèren t ces tem ps o ù les M aures p assèren t la m er d ’A fr iq u e , et cau sèren t ta n t de m aux à la F rance en épousant la querelle et les b o u
  • appris ; com m en t l’ am our ren dit insensé et furieux un héros, ju s q u ’alors réputé si sa g e : pourvu toutefois que celle qui m ’a ré d u it presque au m ême é ta t, et qui chaque jo u r se p laît à m iner ma faible r a is o n , veu ille bien m ’en
  • royaum e de F ran ce. R oland n e pou vait arriver plus à propos ; m ais il ne tarda pas à se repentir de son retour. V I I . C ar b ien tôt il se vit enlever sa dam e (v o y e z com m e la prudence hum aine est souvent en d é f a u t ) ; celle qu e, des
  • bords de l’ O rient a u x rivages de l’O cc id e n t, il a défendue par ta n t de com bats, lui est ravie, sans coup férir, dans sa patrie, au m ilieu de ses nom breux am is. L e prudent em pereur v o u ­ lant éteindre un dan gereux in ce n d ie , fu t
  • celui qui la lui ravit. V III. Peu de jo u rs a v a n t, il s'était élevé u n e q u erelle e n tre le com te R o lan d et R en au d , son cousin ; car tous les deux b rû­ laien t du plus violen t am our pour la rare b e a u té ; C h a rle s , à qui cette
  • le com bat de cette gran d e jo u rn ée, ferait un plus gran d m assacre des Sarrasin s, et dont les services seraient les plus sign alés. M ais l’événem ent trom pa leur esp éran ce, c a r les chrétien s prirent la fuite ; le du c de B avière fut
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Bibliografia dantesca. Tome I.I

Auteur : Colomb de Batines, Paul (1811-1855)

Editeur : Tipografia Aldina

Date : 1845

Sujets : Dante Alighieri (1265-1321) -- Bibliographie | Dante Alighieri (1265-1321) -- Divina commedia

  • BIBLIOGRAFIA DANTESCA O SSIA CATALO GO D ELLE E D I Z IO N I , T R A D U Z IO N I, C O D IC I M A N O SC R ITTI E COM ENTI DELLA D IV IN A COM M EDIA E D E LLE OPERE M IN O RI D I D A N T E , SEGUITO DALLA SERIE D E ' BIO G R A FI D I L U I C O M P IL A T
  • ’ cortesi che si saranno compiaciuti onorarmi delle loro amichevoli com unicazioni, mi sono deciso a mandarla fuori coll’ ultima parte dell’ opera. Aff i n chè p oi si possa collocarla in fronte del primo tomo , la numerazione della medesima sarà separata
  • te, di F r. C ionacci. stam pa di Ms. autografo del secolo X V III, di 43 carte in foglio, nella Magliabechiana (classe V II, n.° 919), preceduto da u n a prefazione A l discreto lettore. F r. Cionacci, m orto nel 1714, colla com pilazione di
  • chiosa. Dopo questi diversi conienti disposti p er ordine cronolo­ gico dovea venire u n com ento nuovo composto sulla scorta di quelle opere dove si trovano spiegali o com entali vari luoghi della D ivina C om m edia. O ltre a questi cento v o lu m i, l
  • . Aggiungi che i l lavoro non è te rm in ato , non com prendendo p er cosi d ire che le N otizie appartenenti ai tre tomi antecedenti a tutte l' Opere : 1e Notizie per li cento tomi della Divina Commedia non com inciano che alla penultim a c a rta . Dietro
  • essere di non poca im portanza all’epoca che fu fatto ; m a non lo sarebbe o g g ig io rn o . Ed io che l’ho avuto sott’ occhio quando questa m ia com pilazione toccava già presso al suo te rm in e, non vi ho tro ­ v a to , salvo l’indicazione di qualche
  • x i i Questo catalogo contiene l’ indicazione di 55 edizioni o tra­ duzioni della D ivina C om m edia, com presovi quella del 1727. F u riprodotto litteralm en te n elle edizioni di Venezia, 1739 (I. VIII - XVIII) , e Firenze, 1771 (I. x x x ii - liv
  • . ) . X L V ). C atalogo di m olte delle principali edizioni che sono state fatte del sublim e Poeta. 6 NOTIZIE PRELIMINARI Inserito fra i prelim inari d ell’ edizione di Venezia, 1749 (1. Contiene i titoli di 5 4 edizioni dal 1472 al 1739; od è com
  • , in 8. di 22 fac. Q uesto ca ta lo g o , da n essu n o , per quel ch’io mi sa p p ia , ram ­ m entato fin q u i , può riguardarsi com e una rarità bibliografica ; l’ unico esem plare a mia notizia si trova nella P alatina. E ap ­ pendice d’ altro
  • in fino del tomo IV d ell’ediz. di Roma 1815 (fac. 1 1 7 -1 4 0 ) , e riprodotta in fine del tomo III dell'altra pur di Roma NOTIZIE PRELIMINARI 7 1820. Fu com pilata sopra i cataloghi del Volpi e del cavaliere A rta u d , m a con aggiunta di molto
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Erasme et l'Italie

Auteur : Nolhac, Pierre de (1859-1936)

Editeur : Les Cahiers de Paris

Date : 1925

Sujets : Érasme (1469-1536) -- Appréciation -- Italie

  • d ’hu­ maniste, et même dans la formation de ses ÉRASME ET L’ITALIE i5 opinions religieuses, n’a pas été, croyonsnous, indiquée com m e elle le mérite . C’est un point de vue qu’on a laissé dans l’ombre, et le portrait du philosophe gagnera peut
  • et, bien qu’il dédaignât les titres off i - 20 ÉRASME E T L'ITALIE ciels, « le vrai docteur étant celui qui montre sa science par ses livres », il vou­ lait sacrifier au préjugé du temps et mériter com m e les autres d ’être appelé magister nost
  • ; Érasme insiste fort sur ces souvenirs de voyage. Il traversa les Alpes, au mois d ’août, avec scs jeunes com ­ pagnons, composant des odes latines au pas de son cheval, dans les cols couverts de neige : « Je commence, disait-il, à sentir ÉRASME ET L
  • prends plaisir à gravir les Alpes neigeuses, à me faire aimer des uns, admirer des autres, voici que fur tivement la vieillesse s’est glissée vers moi, et je m’étonne d’en apercevoir les premiers signes. » Évidemment, Érasme parle ici com m e font les
  • poètes quand la vieillesse n’est point trop prochaine. A peine descendu en Piémont, il se fait recevoir docteur à l’université de Turin. Il est séduit par l’amabilité des habitants de la ville, et l’on voit que le charme de l’Italie com m ence à agir, dès
  • d ’étran­ gers, qui viennent chez eux uniquement pour l’église et pour le marbre. » Combien d ’ob­ servations du même genre va faire, dans la suite de son voyage, cet ami trop exclusif de la simplicité évangélique ! Érasme, qui com ­ prendra si bien
  • , les Poggio et les Politien, cherche sans doute à connaître leurs successeurs. On le présente à Ruccellai. Celui-ci, qui écrit le latin com me un Salluste, se pique de ne parler qu’italien. Érasme est fort embarrassé : « De grâce, lui dit-il, vir
  • chez Alde et qui lui offre dès l’abord droit de cité. Le monde littéraire de Venise n’est pas celui qu ’il a rencontré à Bologne ou qu’il va trouver un peu plus tard à Padoue. Les lettres n’y sont point cultivées seulement, com m e dans les villes
  • n’était plus l’érudit modeste qu'on avait connu à Venise ; il comptait en Europe parmi les maîtres de l’opinion. Aleandro, de son côté, arrivait en Allemagne com m e nonce de Léon X cl repro­ chait amèrement à Érasme sa persistance à ménager Luther. Les
  • reprendront les armes demain, consacrent leur soirée aux lettres antiques et rajeunissent ensemble leurs sou­ venirs de la maison du Rialto. A Venise, en i5o8, com ment songer aux futurs orages? Érasme, qui avait pourtant la vue lointaine, eût été bien surpris
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Francesca da Rimini

Auteur : D'Annunzio, Gabriele (1863-1938)

Editeur : Calmann-Lévy

Date : 1910

Sujets : Théâtre (genre littéraire) italien -- 20e siècle

  • . C opyright, 1910, by R e v u e (le P aris. AVERTISSEMENT Le tex te o rig in al de cette trag é d ie, in s­ p irée p a r le c h a n t cin q u ièm e de Y E n fer, est com posé en v ers de onze, de sep t et de cinq syllabes, lesq u els, dans la
  • m arc h an d , les filles, les m u si­ ciens lu tte n t d ’esp rit reto rs et de chicane, com m e dans une so tie; 011 a u ra it pu m êm e co n se rv er p re sq u e to u jo u rs l ’o rd re efficace des m ots, en p ro fitan t de cette abondance de
  • ) Dans la voûte qui est pleine de fatalité com m e l’an tre où siègent les Voyants près des sources m ystérieuses de la Vie; dans le ciel im m obile q u ’anim a de vents contraires M ichelange, de souffles formidables en des m em bres surhum ains; entre
  • le héros nu pour qui la victoire est pain, et le solitaire prophète bestial de qui le F u tu r jaillit com m e un fleuve, la Sibylle tien t son rouleau, rayonnant su r ses deux voisins, très belle parce que l’hellène Apollon chante encore dans sa
  • habite mon cœ ur : chaque m atin, je bals la flèche d ’or, pour q u ’elle frappe le but visé. V ainem ent au to u r de moi grince le rire des sots, vainem ent su r moi la niaise louange crépite com m e une pluie fastidieuse. Je n ’en ai cure. T oute basse
  • ... polenta. LE J O N G L E U R . P olenta jau n e avec une fleur d ’ellébore noir, parce q u ’il n ’y a plus de poivre dans le monde. T o u t le poivre, sauf respect, les R avennates l’o n t... dans la pièce ronde, sau f respect de la com pagnie! GARSENDA
  • . GARSENDA. C’est donc loi qui, de Bologne, m enais à F errare Ghisolabella de’ Caccianim ici au m ar­ quis Opizzo? LE J O N G L E U R . Oui, certes, oui, certes, com m e tu le dis. GARSENDA. E t c'est encore toi qui fis le m ariage de la sœ u r du m
  • arquis avec ce ju g e riche de Gal­ lu ra, lequel, étan t un peu m ollasse, fut aidé p ar son gros valet... LE J O N G L E U R . Oui, certes, com m e tu le dis; et j ’eus de lui en présent... ALDA. Un os? DONELLA. Deux châtaignes? b IANCOFIORE. Trois
  • bois, et qui parlait avec les épaules. ACTE PREMIER. 29 BIANCOFIORE. O h ! com m e elle est plus nouvelle, celle chose-là! Vite, dis com m ent, dis com m ent! DONELLA. S u r nos gardes! Tenons-nous su r nos gardes! LE J O N G L E U R . Je veux
  • bien vous le dire. J ’ai trouvé un hom m e qui avait une grande cervelière sur la tête et qui allait cueillir des pignes dans la pigneraie de R avenne, m archant avec des béquilles; et, interrogé s’il avait vu un petit com pagnon parti en av an t, il
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Bibliografia dantesca. Tome II.

Auteur : Colomb de Batines, Paul (1811-1855)

Editeur : Tipografia Aldina

Date : 1845

Sujets : Dante Alighieri (1265-1321) -- Bibliographie| Dante Alighieri (1265-1321) -- Divina commedia

  • Div. Com . , il quale non è giunto fino a n o i, o almeno non è nolo. Ecco du nque, o Signore, due, se non tre, Comentatori in ­ dubitatamente anteriori a quello dell’ O ttimo, il cui autore scriveva soltanto nel 1334. Ora non mi opponga il sig. A. T
  • mss. della Div. Com., con distinzione di quelli esplorati. Balbo, Vita di Dante, Cap. XVII. CATALOGO CRONOLOGICO DE’ COD. MSS. D ELLA D IV . C O M ., SECONDO L ’ O R D IN E DELLE CITTA’ N o t iz ie B ib l io g r a f ic h e * Catalogo delli
  • Codici T r iv u lz ia n i, dello Stuardiano, di uno di T r e v ig i , di alcuni di P a d o va , di quelli passati in Inghilterra. È una molto compendiosa nomenclatura , pubblicata dal sig. Filippo Scolari nel suo Ragionamento della Div. Com., fac. 57-60
  • furono pubblicale nell’ ediz. di Padova 1822, e seguila da una nota sui Codici d’ Oxford, non molto bibliografica. Queste tre sono le sole Notizie che concernono collettivamente a varii Codici della Div. Com .; rispetto a quelle che risguardano o i Codici
  • e di Bosone da Gobbio intitolati: Caplo di mss. piero di date sop tutta la comedia di date. Caplo di mess. busone dagobbio sop date. E le car. 205-212 contengono il Raccoglimento in terza rima della Div. Com. del Boccaccio, di che parlai alla fac
  • . ms. S. Crucis, fac. 33-34 ; — Zaccaria, Excursus litter., II. 109;—. Marini, Osserv. sopra i s ig illi, III. 73-75 ; — Novelle letter. di Firenze, 1790 , 259-267 ; — Pelli, foc. 6 0 , nota 8 ;— Foscolo, Discorso sul testo della Div. Com., 1. 19-20
  • addi;— Mehus, Vita del Travers., fac. 178-179; Estratti mss., VIII. 103. (1) Oggi se no conoscono molte altre copie più antiche. (2) Il Mehus dice per isbaglio 1346. LAUBENZIAHA s 9 * Plut. X L , n.° X X I I . L a Divina Com m e­ dia, con
  • Coilice si legge : Comincia la cómedia dellalto poeta dante alleghieri di firence nella qual tracia delle pene de uitij et premiJj delle uirtù. Il Poema finisce nella car. 181, perchè le car. 182- 188 con­ tengono un Compendio anonimo della Div. Com., di
  • data più in là degli ultimi anni del sec. X IV . Le prime 4 car. del Codice racchiudono un Compendio in verso della Div. Com. , che ha il titolo seguente: Brieue raccoglimelo dicio che inse sur fida Irnele coltene lalectera della prima parte della
  • ogni verso principia con una piccola iniziale rozzamente colorala . Il Co­ dice è fregiato da gran numero di figure a acquarello, la mas­ sima parte colorate e poste a piè di pagina. Sono di fattura assai com une, ma curiose e talvolta bizzarre. Ne ho
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Extraits de Boccace (en italien)

Auteur : Boccace (1313-1375)

Editeur : Garnier Frères

Date : 1901

Sujets : Boccace (1313-1375) -- Critique et interprétation

  • x a u te u r du Décaméron se co nvertit e t dev ient dévot. La tr a n sfo rm a tio n est com plète à p a rt ir de 1362. P a rm i les influences diverses q ui, p e n d a n t cette p ério de, s ’e x e r c è r e n t s u r l’e s p r it de Boccace, il c o
  • conditions, il (it bien de r e n o n c e r a u ro m a n p ro p r e m e n t dit p o u r se consa­ c r e r à un g e n re plus m o deste, m ais d a n s lequel il devait s'im m o r ta lise r , le con te, ou, com m e l’a p p e lè re n t les Italiens, la nouvelle
  • . Le m oy en âge possédait u n g ra n d n o m b r e de ces co ntes; il suflit de ra p p e le r ici les fa b lia u x français d u xui° siècle, et, en Italie, le re c u e il célèb re in titulé Novellino ou Cento Novelle antiche, com pilé u n demi-siècle
  • ire y est d on c m o q u erie, c’est-à-dire q u ’il co n ­ tie n t, to ut au m o in s en g erm e, u n e in te n tio n satiriq u e . C ’est u n com ique réaliste, te r re à te r re , s o u v e n t vulgaire. Boccace a élargi le ca d re de la nouvelle p
  • h is to riq u e s, tels (¡uido Cavalcanti, le p oète am i de Dante, Giotto, le r é n o v a t e u r de la p e in t u r e ita­ lien n e, et bien d 'a u tr e s e n c o r e 1. De tous ces é lé m e n ts h a b ile m e n t mis en œ u vre, Boccace a com posé
  • à ses trav au x d ’é ru d itio n . A joutons en c o re , p o u r ê tr e com p let, q u e Boccace a com posé, au x é p o q u e s les plus d iverses de sa vie, un cerlain n o m b r e de poésies d éta c h é e s, s o n n e t s e t canzoni, d o n t la réu
  • 'é ru d itio n en italien : Ces œ u v res, a u n o m b r e de d eu x , se r a p p o r t e n t la p e r ­ s o n n e et a u p o è m e do Dante. Ce s o n t : lu Vita d i Dante, et le Comen to sopra la Commed ia d i Dante. Dès sa je u n e s s e , Boccace
  • : C’est e n tr e 1337 e t 1300 qu e Hoccace com po sa so n p r e ­ m i e r ouvrage latin intitulé : De casibus virorum illustrium , e n n e u f livres. Il y passe en revue tous les p e rson nag es illustres qui, a p rè s av oir c o n n u la p rosp érité
  • avec leq uel, a u c o u r s d e ses lec tu res, il re c u e illa it et classait to us les faits d o n t la co n n a is sa n c e p ouvait a i d e r à m ieu x c o m ­ p r e n d r e les œ u v re s des a n c ie n s, lo rsqu'il com pila un a u tr e o uvrage
  • r e a lp h a b é tiq u e et a c c o m p a g n é s de q u e lq u e s mots trè s b refs eu i n d i q u a n t la situ atio n . T e r m i n o n s c ette ra p id e é n u m é r a ti o n des œ uv res latines d e Boccace, e n ra p p e l a n t q u ’il a com
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Il Decameron, tome III

Auteur : Boccace (1313-1375)

Editeur : Ciardetti

Date : 1824

Sujets : Prose italienne -- 14e siècle

  • giammai per alcuno vivente veduta fosse. E quinci com inciò a distinguer le parti di le i, lodando i c a p e lli, li quali d ’oro esti­ m ava, la fronte, il naso e la bocca, la gola e le braccia, e sommamente il p etto , poco ancora rilevato: e di
  • le sue fem ine, si levò su d i­ cendo ; Cim one, rim anti con D io . A cui allora Cimon rispose: io ne verrò te c o . E quantunque la giovane sua com pagnia r i ­ fiutasse, sempre di lui tem endo, mai da se p artir nol potè infino a tanto che egli non
  • re , che asim P unda per promessa fedo. T o r nossi a d u n que C imone ( lei già avendo sopra la sua nave fatta sa lire , senza alcuna altra, cosa toccare de’ Rodiani) a suoi com pagn i e l o ro lasciò andare. Cim one adunque, più che altro uomo
  • morire , del quale senza esso prima si sa­ rebbe poco curato. Dolevansi sim ilm ente i suoi com pagni, ma sopra tutti si doleva Efigenia , forte piangendo et ogni percossa d e ll’onda temendo, e nel suo pianto aspra­ mente maladiceva l’amor di Cimone e
  • ac o , o lire modo gli dispiacque , perciò che si vedeva della sua speranza p riv a re , nella quale portava che, se Ormisda non la pre n desse, fermamente doverla avere e g li. M a, sì come savio, la noia sua dentro tenne na­ scosa: e com inciò
  • di Ci mone, il quale co'suo i compagni in prigione avea , et immaginò niun altro compagno migliore nè più fido dover potere avere che Cimone in questa c o sa. Per che la seguente notte occultamente nella sua camera il fe'v enire, e com inciogli
  • nuove spose con molte altre donne già a tavola erano per mangiare assettate ordina­ tam ente, fattisi innanzi e gittate le tavole in terra, ciascun prese Ia sua, e nelle brac­ cia de’ com pagni m essala, comandarono che alla nave apprestata le menassero
  • di presente. L e novelle spose cominciarono a piagnere et a g rid are,et il sim igliante l ' a l­ t re donne et i se rv id o ri, e subitamente fu ogni cosa di romore e di pianto ripieno. Ma Cim one e Lisim aco e’ Ior com pagn i, tirale le spade fuori
  • mezza, e morto sel fece cadere a ’ piedi. A llo aiuto del quale correndo il misero O rm isd a , sim ilm ente da un de’ colpi di Cimone fu u cciso; et alcuni altri che ap ­ pressar si vollono, d a’ com pagni di L isim a ­ co e Cim one fediti e ributtati
  • in dietro fu ­ rono. E ssi , lasciata piena la casa di san­ gue, di romore e di pianto e di tristiz ia , senza alcuno im pedim ento, stretti insiem e con la lor rapina alla nave pervennero: so­ pra la quale messe le donne e saliti essi e tutti i lor com pagn
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Fedra

Auteur : D'Annunzio, Gabriele (1863-1938)

Editeur : Fratelli Treves

Date : 1909

Sujets : Théâtre (genre littéraire) italien -- 20e siècle

  • delle tem pie duro, 180 com 'egli a Bianòre nel convito. N o . S'egli varchi m ai le sorde porte del Buio, non sarà per render l'anim o m a per forzar Persèfone. . ; LA SUPPLICE. Regina - 19- V F E D R A Atto I ospite, è bello che tu paragoni il
  • archi cretesi? T u che parli con la parola a doppio taglio ascosa nella guaina pallida, non sei la madre tu d'Ippom edonte ch'ebro m andasti di com battim ento e urlante com e T ìad e alla Porta Onca? L A SUPPLICE. Son quella. FEDRA. T e l'uccise
  • gridava ? Atto I FEDRA FEDRA. N o n rinnovò la sfida? IL MESSO. E ra certo che il D io l'aveva udito. FEDRA. Egli e il D io soli nel com battim ento furono, allora, e gli uomini non valsero? IL MESSO. Egli e il D io soli. FEDRA. E la luce con essi
  • il lauro, tutti assunti nel giubilo dell’ inno. IL MESSO. G uardavano il prodigio, frementi come quando com battevano. FEDRA. Vedo. E d ella s’alzò, nel rossore volubile, per farsi più presso, ancor più presso al corpo ardente. IL MESSO. Scorgem m
  • della mano come su piaga incotta. V a. M a non t'accostare all’ Elicònide. Bada che non t'accechi com e accecò Tamiri, e non ti storpii. A nche la M usa, come gli altri numi, vende il suo bene a prezzo d'infiniti 640 mali. A scolta il tuo cuore e
  • all'isola Sferia, che tu nel tem pio dedichi la zona 990 a Pallade Fallace. L A S C H IA V A T E B A N A . M 'accogli nella tua grazia, Regina d'isole, e m i proteggi? Pari a un'iddia tu splendi. M a persuaderai quegli che porta, com 'è fam a, sul capo il
  • A . Adrasto, Adrasto, a chi fui data! O fonte di Dirce! O m ia Tebe 1080 di Sette Porte! D o ve m i trascini, Ismènio? O Lòssia, che farai di me? FEDRA. Tu gridi verso il dio che non am a il lamento, F E D R A con la tua gola alzata com e la gola della
  • all'accordo sul giogo? L'AEDO. N o n so come. FEDRA, Com e trovi i modi ? L'AEDO. N o n so come. FEDRA. N o n trattasti mai le corde sonore ma le redini e le sferze fischianti. L'AEDO, Ben è vero quel che dici. FEDRA. L a mano A tto II usa a frenare
  • ’è canto che m i consoli. M a sei tu beato. 92 Atto II FEDRA L'AEDO. Sono oltre la vita mia angusta, pronto al v o lo che va oltre, com ’ Evadne, o Titànide. FEDRA. Ebro di fiam m a? L’AEDO. Ebro del mio segreto. FEDRA. D ’un segreto di suoni
  • invisibili sepolcri, e traboccar ne fece il vino e il miele, il balsam o e il levarne, i sogni e le speranze. E il dolore si terse le sue lacrime e divenne la gioia, e la m orte s’ imporporò di sangue e divenne la vita. E di sùbito fui com e il crepuscolo