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La torche sous le boisseau

Auteur : D'Annunzio, Gabriele (1863-1938)

Editeur : Calmann-Lévy

Date : 1928

Sujets : Théâtre (genre littéraire) italien -- 20e siècle -- Traductions françaises

  • Ho Yo immiiiimmmimmmmiimminiirniiïïïï'iiin!!!!! G A B R IE L E D’ANNUNZIO 70 LA T O R C H E SOUS LE BOISSEAU TRAGÉDIE EN Q U A T R E A C T E S TRADUITE DE L ' I T AL I EN PAR ANDRÉ D O D E R E T C A L M A N N -L É V Y , É diteu r
  • * (ÉIHTIOIX* UALZAC) *== » LA SOUS TORCHE LE Re pr é s e n t é e BOISSEAU pour la p r e mi è r e fois s ur la s cène do la Comédie- française, le 7 Dé c e mbr e 1927. CHORUS « A p â tra v T i 7ta0£iv *», tpiyéptov (xOÔoç xàôe qptoveî
  • . ELECTRA I I percet Ô’àxâfATo) x a ô ^ x e iv * CALMANN-LÉVY, ÉDITEURS DU MÊME A U T E U R : Format in-16. épiscopo et F O R S E CHE c ie. 1 9 e é d i t i o n ........................................ t v o l . SI F O R S E CHE NO. 6 5 e é d i t i o
  • n . . 1 — LES ROMANS DE LA ROSE l ’e n f a n t d e v o l u p t é . 1 0 9 e é d i t i o n ......................... 1 v o l . l ’ i n t r u s . 38= é d i t i o n ................................................................ 1 — t r i o m p h
  • e d e l a m o r t . 75e é d i t i o n ......................... 1 — LES ROMANS DU LYS LES V I E R G E S AUX R O C H E R S . 4 8 e é d i t i o n . . . . 1 vol . l a GRACE (en p r é p a r a tio n
  • ) ..................................................1 — l ’a n n o n c i a t i o n (en p r é p a r a tio n ) .............................. 1 — LES ROMANS DE LA GRENADE . 89° é d i t i o n .................................................................d v o l . l a v i c t o i r e d e l ’h o m
  • m e (en p r é p a r a tio n ). . . d — t r i o m p h e d e l a v i e (e n p r é p a r a t io n ) .................... 1 — le feu ASPECTS DE L ’I N C O N N U I. c o n t e m p l a t i o n d e l a m o r t ......................... 1 v o l . II. LA
  • o n d a — L a Vi l l e m o r t e — L a G l o i r e ) ............................................. 1 LA v i l l e m o r t e , t r a g é d i e e n 5 a c t e s .................... 1 la f i l l e d e j o r i o , tragédie en 3 actes . . . LE MA RT Y RE
  • y A N N A B E L L A .............................................. M lle É BENEDETTA . ...................................................... M elle T B oty. H e r vé. ’I e g o n d V M n è s - W N . e n t u r a . a r q u e t m i l
  • i e n n e o n i a . e b e r D a v a r ux . . LES M AN Œ U V RES Au p a y s des Pé l i gni e ns , s ur le t er r i t oi r e d ’Anve r s a , pr è s des gor ges du Sa gi t t a i r e , l a veille de l a Pe nt e c ô t e , au t e mp s du roi
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La fiaccola sotto il moggio : tragedia

Auteur : D'Annunzio, Gabriele (1863-1938)

Editeur : Fratelli Treves

Date : 1905

Sujets : Théâtre (genre littéraire) italien -- 20e siècle

  • L À FIACCOLA. SOTTOILMOGGIO TRAGEDIA DI GABRIELED'ANNVNZIO FRATELLI TREVES EDITORI IN MILANO FIACCO A L LA S OTTO IL MOGGIO TRAGEDIADIGABRIELE D'A N N V N Z IO PRESSOI FRATELLI TREVES EDITORI IN MILANO T ib a l d o , S im o n e t t o e
  • G ig l io l a d e S angro. B ertran d o A cclozam òra. D o n n a A l d e g r in a . La f e m m in a di L u co A n g iz ia F u r a . L e d u e n u t r ic i A n n a b e l l a e B e n e d e t t a . I l SERPARO . I m a n o v a l i. Nel paese
  • peligno, dentro dal tenitorio di A n ­ versa, presso le gole del S agittario, la v igilia della Pentecoste, al tempo del R e Borbone Ferdinando I. CHORVS ΔΡΑΣΑΝΤΙ ΤΤΑΘΕIΝ ΤΡΙΓΕΡΠΝ ΜYΘΟΣΤΑΔΕ ΦΩΝΕΙ ΕLΕCΤRΑ ΠΡΕΠΕΙ ΔΆΚΑΜΤΩ ΜΕΝΕΙ ΚΑΘΗΚΕΙΝ ATTO PRIMO
  • ? Vuole la nostra morte? B enedetta. L a v o r a d a l l a parte delle logge, o Signorìa, con vénti manovali, a mettere puntelli e stanghe e sbarre ; e dice che gli tocca lavorare anco stanotte al lume delle fiaccole; chi quella parte è tutta crepe e
  • ? A n nabella a bassa v o ce . Non dimandare, Signorìa. Tu lo sai. Non dimandare! Guardale gli occhi. G ig l io l a , s u b it a m e n t e d o m i n a n d o l ’ a m b a s c ia , m e n tr e la v is io n e le s i s p e g n e n e lle c ig lia . Sono
  • divampi. Tutta m’appari affocata. dalla tua febbre nascosta, agitata dal tuo sogno furente; e la tua faccia si muta, e si muta la tua v o ce; e più nulla di quel che in te fu la grazia del primo fiore e fu il pane mio dolce fra tanta amarezza, più nulla
  • solo, quando è solo? Io lo scuoto, e me ne libero. Si può vivere in pace. Che cosa mai accade? Nulla. I giorni sono eguali, e si v iv e. 22 LA FIACCOLA SOTTO IL MOGGIO l i mio fratello è ancóra nel suo letto con la fronte voltata verso il muro. E
  • sempre stanco, e pieno di terrore. Ma v iv e. Ascolta i passi che fa la zia Giovanna nella stanza di sopra, rinchiusa a doppia chiave; i passi e i balzi e i gridi sordi conta, ch'ella fa per sfuggire a quello sconosciuto ch’è rinchiuso con tei
  • in a . Gigliola, dove v a i? G ig l io l a . A promettere. Entra sotto l’ arcata dei mausolei : sparisce per la porta della cappella. D o n n a A l d e g r in a . Séguila, Annabella. Atto 1. - Scena. Il 25 Séguila in ogni passo. Non la lasciare mai. Ho paura
  • chi è che mi succhia, chi è che mi dissangua da v en t’anni senza tregua? B ertrando. Di tutto il mio ti sei impossessato con l ’usura. T ib a l d o . Quali erano i beni degli Acclozamòra? Bertrando. Incominciò tuo padre a spogliarci. T ib a l d o
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Il Decameron, tome II

Auteur : Boccace (1313-1375)

Editeur : Ciardetti

Date : 1824

Sujets : Prose italienne -- 14e siècle

  • IL DECAMERON DI MESSER G IO VA NN I BOCCACCIO CITTAD IN O FIO REN TIN O V O LU M E II. F I R EN ZE PR E S S O LEONARDO 1824. C IA R D E T T I F I N I S C E LA S E C O N D A G IO R N A T A D EL DECAMERON, INCOMINCIA L A T E R Z
  • seguita dalle sue donne e d a i tre gio v an i, alla guida del canto di forse venti usignuoli et altri u c ce lli, per una vietta non troppo usata , ma piena di verdi erbette e di fio ri, li quali per lo so­ pravegnen te sole tu tti s’ incom inciavano ad
  • . Q u in d i, quasi di riposo v aghi, sopra una loggia che la corte tutta signoreggiava , essendo ogni cosa pie­ na di quei fiori che concedeva il tem p o , e di fio n d i, postesi a sedere, venne il d i­ screto siniscalco, e loro con preziosissimi
  • bellezza tu tto in ­ siem e, più attentam ente le parti di quello com inciarono a riguardare. E sso avea d in ­ torno da se e per lo mezzo i n assai p a rti vie am pissim e, tutte d iritte come strale e coperte di pergolati di v i ti , le quali face­ van
  • nacque in O riente . Le latora delle quali vie tutte di rosai bianchi e v e rm ig li, e di gelsomini erano quasi chiuse: per le quali cose, non che la m attin a , ma qualora il sole era più alto , sotto odorifera e dilettevole ombra , senza esser tocco da
  • modo usato postisi a se­ dere , ad aspettar cominciarono di dover novellare sopra la materia dalla Reina pro­ posta. D e’quali il prim o, a cui la Reina tal carico im pose, fu F ilo strato , il quale co­ m inciò in questa guisa. N O V E L L A I. M
  • monache, che tutto se ne struggea, com prendendo per le parole di N uto che a lui dovrebbe poter v enir fatto di quello che egli disiderava. E t avvisandosi che fatto non gli verrebbe se a N uto ne dicesse niente, gli disse: deli come ben facesti
  • bisognasse gli spezzerebbe delle legne. Il castaldo gli die da m angiar v o len tieri, et appresso questo gli mise innanzi certi cep­ pi che N uto non avea potuto spezzare, li quali costui, che fortissimo e ra, in poca d ' ora ebbe tu tti spezzati. Il
  • certe biso­ gne che gli eran luogo , più giorni vel ten ne . D e’ quali avvenne che un di la badessa il v id e, e domandò il castaldo chi egli fosse. Il quale le disse: ma­ donna, questi è un povero uomo mutolo e sordo, il quale un di questi di ci venne
  • , e potrebbene l ’ uom fare ciò che volesse: et oltre a que­ sto non vi bisognerebbe d’aver pensiero che egli mot t eggiasse queste vostre g io v a n i. A cui la badessa d isse : in fé di Dio tu di’il vero: sappi se egli sa lavorare, et ingegnati di
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Fedra

Auteur : D'Annunzio, Gabriele (1863-1938)

Editeur : Fratelli Treves

Date : 1909

Sujets : Théâtre (genre littéraire) italien -- 20e siècle

  • [SPENSE LA FACE
  • N 'A L T R A . Consoli il pianto, e sembri inconsolabile. U N 'A L T R A . C h i vien dal M are? Il M are t’è funesto, o Etra. E TR A . Il fato è un mare senza lidi - 11 - F E D R A Atto I o v ’ E tra sta come una rupe bianca. N o n invidia di
  • messo di sciagura, o Etra, e tu non sai! -T 'in g a n n a v a il presagio! " Cercano la tua nuora. " L a chiamano, la chiamano. " L e vele nere, o Etra, un'altra volta! Io lo dissi. " E tu taci ! 100 " Venne messaggio dalla nave fùnebre? " Tutto è
  • ! - E vero? E dunque vero? A nch’ egli, anch’ egli cadde alle Sette Porte? 110 " Tebe ha vinto due volte? Etra si muove, silenziosa e intenta, contro al chiarore che raggia dall’occaso. La veggono le Supplici allonta narsi verso il propileo. - D o v e
  • , onta, spavento sopra noi si precipitano. - S 'è partita una Erinni dalle case di Edipo contra noi. V edete rossa luce delle sue fiaccole! - L'oracolo di Lòssia! "A drasto! A drasto! " Figli, o figli maceri ! "A rg o deserta! " È m orto T èseo ! Le madri
  • vostre grida. L A SUPPLICE. Il di terrore nom ato era. D i sùbito sobbalzam m o. nom e tuo con voce FEDRA. Le vostre grida, femmine folli! LA SUPPLICE. Perché t’ adiri contra noi, Titànide? FEDRA. D o v ’era Etra? dov’era? L A SUPPLICE. Q u i era
  • , Titànide. FEDRA. 150 E che disse? L A SUPPLICE. Restò muta. - 1 7- 3 F E D R A FEDRA. Atto I _ E dov’è ella ora? L A SUPPLICE. Escita è dalle case. FEDRA. V a, G orgo, e guarda. La nutrice s'avvia verso il propileo. V o i dunque sol dal suono
  • delle tem pie duro, 180 com 'egli a Bianòre nel convito. N o . S'egli varchi m ai le sorde porte del Buio, non sarà per render l'anim o m a per forzar Persèfone. . ; LA SUPPLICE. Regina - 19- V F E D R A Atto I ospite, è bello che tu paragoni il
  • ? IL MESSO. Era il meriggio. FEDRA. O m b ra non v' era alcuna? IL MESSO. Q uella del curvo scudo sopra lui; che coperto saliva 35o su per la scala apposta alla muraglia. Saliva senza crollo sotto le pietre dei difenditori. E crosciava la grandine
  • ineffabile. FEDRA. V ittoria ignita! Giubila, A stìnom e! Q u a l rogo, qual rogo avrà da noi l’ Em pio! O r io ti comando che tu canti, -3 2 Atto I F E D R A 410 conduttore del carro, che per questa vittoria appari coronato, e non per l'altra. Io ti
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L'Italia nella letteratura francese dalla caduta dell'impero romano alla morte di Enrico IV. Tome I.

Auteur : Del Balzo, Carlo (1853-1908)

Editeur : Casa Editrice Nazionale

Date : 1905

Sujets : Littérature française -- Thèmes, motifs | Italie -- Dans la littérature

  • ENRICO IV ROMA-TORINO CA SA E D IT R IC E N A Z IO N A L E 5 0 9 1 ROUX & V IA REN G O ST AB IL IM EN TO T I P O G R A FP laI C O D E L L A ietà p ro « TRIBUNA » AL LETTORE Questo non è un libro d'occasione, non è posto per sfruttare il giorno dì
  • , ben volentieri, e col massimo ardore, mi son ri­ messo allo studio, notevolmente aumentando la torte già pubblicata, e rappresentando tutto il gran movimento del se­ colo X V I , fino alla morte di Enrico IV . Credo di aver fatto un’opera civile da
  • meritare l ’incoraggiamento ed il plauso dei buoni latini di qua e di là dalle Alpi. Ho rtato la mia pietruzza, come suol dirsi, per o p rendere più solida la fondazione di quell’edificio meraviglioso che de­ v ’essere consacrato alla concordia delle
  • parsa necessaria, e spero che nessuno dei miei pochi lettori si ricorderà, a proposito di essa, che le Prefazioni furono chiamate dal Giusti le smorfie degli scrittori. A v a n ti il R in a s c im e n to in F r a n c ia . T en tativi di Carlo M agno
  • — L a cultura latina nel m ezzogiorno — Rom a per il vesco vo di T o u rs — L a poesia provenzale — Il primo ammiratore di V en ezia — Corrente antipapale — Corrente antifeudale — Jean de M eun e gli imitatori suoi — Il teatro nascente — D ante e
  • Cristina de P isan — F ran co is V illon — L a prim a im itazione del D ecam erone. e d ia m o un po’ che cosa era il bagaglio letterario della Francia all’alba del Rinascimento, per esaminare, rapidissimamente, in quante delle opere durabili, composte
  • dal principio del V secolo, in cui cadde la dominazione romana nella Gallia, fino al principio del X V I, sia possi­ bile trovare una origine o una preparazione ai lavori sul­ l’Italia, compiuti da Francesi durante il Rinascimento. Nel principio del V
  • della storia letteraria della Francia, non meno di settantuno — perchè, tutti, oziosi estensori, in barbaro latino, di cose inutili; quasi tutti, tonsurati ed V associati, come tali, al comando dalla feroce, ignorante e superstiziosa razza merovingia
  • brillé d ’un v if éclat, l ’empereur en visita toutes les provinces; rendu sur les bords de la Seine vers l ’an 779, i l établit, avec l ’assistance de ce qu’il y avait de moins ignorant p a n n ile clergé, une école où l ’on enseignait à lire, à écrive
  • sangue la sua libertà mu­ nicipale, la sua libertà di pensiero, la sua ricchezza e la sua letteratura. Di quella brillante e fuggitiva letteratura provenzale poco si conosceva tra la fine del secolo X V e il principio del secolo X V I. E quasi si può dire
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L'Italia nella letteratura francese dalla morte di Enrico IV alla rivoluzione. Tome II.

Auteur : Del Balzo, Carlo (1853-1908)

Editeur : Soc. Tipo Ed. Nazionale

Date : 1907

Sujets : Littérature française -- Thèmes, motifs | Italie -- Dans la littérature

  • SOCIETÀ TIP0GRAFIC0 -EDITRICE NAZIONALE g ià R oux e V ia re n g o 1907 Proprietà letteraria ROMA — ST A BILIM EN T O TIPO G R A FIC O D E L L A « T RIB U N A » M a ria dei Medici e la coppia Concini — Il M arino a P arigi — Le l e tte re di J e
  • l’eco dell’uragano che ( 1 ) In ta n to n o n m a n c a v a q u a lc h e p a n e g ir ic o d i C a sa M e d ic i. In v e r o P ie r r e d e B o is s a t p u b b l ic a v a : L e brillant de la Royne ou les vies des hommes illustres du nom de Médecis
  • fa its remarquables des hommes illustres et plus signalez d ’icelle. — A lt r e d u e o p e r e e r a n o sta te p u b b lic a t e in ­ to r n o a lla c a sa d e i M e d ic i (ch e io q u i v o g lio r e g is t r a r e a tito lo d i c u rio s ità
  • is , p a r l ’a u t e u r , in -8 , 16 0 1. — C L AU D E d e R u b i s : B r ie f discours de l ’ancience noblesse de la maison illustre de Médecis de Florence (d a n s l ’ h is t o ir e d e L y o n , p . 5 1 1 - 2 7 ) . L y o n , B o n e v . N u g o
  • , resi amabili in grazia del suo tempe­ ramento. Aveva dato il suo nome a tutta la manifestazione e produzione poetica o versaiuola, che voglia dirsi, della fine del secolo X V I e i primi del secolo X V II.. Tutti sanno che poetica del Marino fu questa
  • : E ’ del poeta il fin la meraviglia ; P arlo d e l l’e c cellen te e non del g o ffo ; C h i n o n fa s t u p i r , v a d a alla strig lia . E che cosa deve produrre la m eraviglia? l’ammirazione ; scaturisce dall’ammirazione la celebrità ; la
  • corte privata, una piccola corte al­ l’italiana, secondo i gusti della seconda metà del X V I se­ colo, tutta misura e gusto, tutta consacrata ai delicati piaceri dello spirito, all’esercizio della poesia e dell’ elo­ quenza, in cui la donna doveva
  • dell’arme. Questo movi­ mento è interpretato come una ribellione. Tre colpi di pistola gli sono sparati a bruciapelo. Cade fulminato. Vitri grid ò : V iva il re. A questo grido convenzionale, Luigi X I I I si affaccia da una finestra, e ringrazia
  • del Louvre, è, nella notte, se­ gretamente seppellito nella chiesa di Saint-Germain l’ Auxer­ rois. A ll’ indomani fu dissotterrato, e, con uncini di ferro, trascinato per le v ie: poi appeso ad una forca, poi mu­ tilato, poi smembrato, messo all’asta
  • le sieur Fr. de Malh e rb e . Paris, in-8, 1621. (7) Le dix livres de V alere le grand contenant les exemples des faits et dicts memorables, tant des vertueux que des vitieux personnages anciens. Traduits par maistre I. Le BLOND. Rouen, Angot, in-16
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Les femmes dans l'œuvre de Dante

Auteur : Félix-Faure Goyau, Lucie (1866-1913)

Editeur : Didier Perrin

Date : 1902

Sujets : Dante Alighieri (1265-1321) -- Critique et interprétation

  • LES FEMMES DANS L ’Œ U V R E DE DANTE DU MÊME AUTEUR N e w m a n , sa V ie e t ses Œ u v r e s , 2è é d itio n , 1 v o lu m e in - 1 6 ............................................................................ Il a été imprimé dix
  • de dominer 14 LES FEM M ES DANS L ’Œ U V R E DE DANTE les constructions poétiques qui l’entourent... »> Depuis Ozanam, on a beaucoup regardé ces humbles édifices, simples maisonnettes où quelque esprit de poète — de ces esprits dont Platon
  • nous ne pouvons aller à elle, malgré notre intelligence ! » V Les deux poètes entre lesquels nous apparait la physionomie de Dante sont donc Guido Cavalcanti, son aîné de quelques années, et Cino da Pistoia, de cinq ans environ plus jeune que lui. La
  • , vivant, palpitant, avec ses 1. linfer, ch. V III. INTRODUCTION 55 notes intimes on tragiques, cl nulle page d’histoire n ’évoquera si bien la curiosité des populations médiévales empressées autour d’un messager, les sentiers où marchent « un par
  • ritions, il y a des enseignements profonds, des paroles redoutables et sacrées sur le mystère de l ’Essence divine. A nul philosophe le poète ne peut envier ce privilège. V III Humain par tout ce qu’il exprime, éternel •par tout ce qu’il atteint, voilà
  • de nous age­ nouiller el de contempler; nous ne devons donc pas sortir de la cathédrale, sans 88 LE S FEM M ES DANS l ’(E U V R E D E DANTE avoir ensemble médité sur le dernier chant. M. Addington Symonds a raison, la Divine Comédie n
  • de ses jours terrestres, par un hommage à Marie : « Le nom de la belle fleur que j ’invoque toujours soir et matin. » LES V IV A N T E S 1 PRIMAVERA Elles étaient soixante, les plus belles de Florence sur la liste poétique composée par Dante
  • rencon­ traient sur leur chemin les bassesses et les vilenies. Leur salut rendait meilleurs ceux à qui elles l’adressaient. Telles que nous les voyons, elles se révèlent à travers une sorte 1. Paradis, chant III, v. I t et 15. 2. Vita Suoca. Voir la inort
  • de lu jeune dame, amie de Béatrice et du père de Béatrice, Y lll et XXII (éd. Kraticelli), VII et XXI (éd. Casirn). 93 P R IM A V E R A de líalo trouble et lumineux qui les con­ fondrait toutes assez facilement au premier regard. .Mais il y a bien
  • qu’on ne verrait pas. Mais la différence des 9» P R IM A V E R A images peut résulter de la différence des miroirs. Distinguer leur vie réelle de leur vie idéale, cur existence propre de leur existence sym­ bolique, ce n’est pas toujours une tâche
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Contemplation de la mort

Auteur : D'Annunzio, Gabriele (1863-1938)

Editeur : Calmann-Lévy

Date : 1928

Sujets : Littérature italienne -- 20e siècle -- Traductions françaises

  • . . 1 — LES R O M A N S D E LA R O S E l ’e n f a n t d e v o l u p t é . 109e é d i t i o n ........................1 vol . l ’i n t r u s . 58e é d i t i o n .............................................................1 — t r i o m p h e d e l a m
  • (en p r é p a r a tio n ) ............................ 1 — LES ROM ANS DE LA G R E N A D E LE f e u . 89e é d i t i o n ............................................................. 1 vol . l a v i c t o i r e DE l ’h o m m e (en p ré p a ra tio n
  • ). . . 1 — t r i o m p h e d e l a v i e (en p r é p a r a tio n ) . . . . . 1 — ASPECTS DE L ’I N C O N N U I. c o n t e m p l a t i o n d e l a m o r t ........................1 vol. I L LA LÉDA SANS CYGNE. — ENVOI A LA F R A N C E
  • ........................................................................... 1 — III. N O C T U R N E .......................................................................1 — THÉÂTRE v i c t o i r e s m u t i l é e s (La Gi oconda — La Ville m o r t e — La G l o i r e ) .......................................... 1 l a v i l
  • gonflées par l’effort de la marche dans le sable ardent comme la braise, et sur les aiguilles incandescentes comme les schistes du Désert. « Pas encore. » ENVOI V E t je poursuivis sans regarder à terre, pénétrant toujours au plus épais des brous­
  • grâce du sort que ce nouveau chant s’élève de l’extrême Occident où était parve­ nue « per cento milia perigli, à travers cent mille dangers », l’ardeur de l’Ulysse V I II ENVOI dantesque. E t veuille le dieu que, d’une oreille sans cesse attentive
  • trouée était toujours suspendue dans ce cré­ puscule imprégné d’une force sans nom. Mais mon compagnon de vingt ans, brim­ balé, là-bas, dans le train poussif, entendait X V III ENVOI peut-être Am phion préluder sur un monceau de décombres. A présent
  • solennels crétins qui aujour­ d’hui, en Italie, jugent de la poésie. Se tro u v an t à Rome, certes, il désirait de me voir; mais, au m om ent de m ettre à exécution son projet, la tim idité l’arrê­ ta it; et pas plus que nos amis ne réussis­ saient à le
  • Ville où le sort v eu t que s’éteignent nos grands poètes, ne vois-je que cette place mor­ tuaire et ce labyrinthe chrétien? Sur cette place, ma douleur v eu t repasser en suivant le cercueil de mon frère; e t dans le plus profond des sept sanctuaires
  • ’allais faire, mais qu’il était déjà cette visite, et que pas une des paroles que je pus dire par la suite ne v alu t celles que chemin faisant je disais à mon compagnon sans chair. Mais, quand je me retrouvai dans la rue, 20 CONTEMPLATION je pensai à
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L'Italie et le romantisme français

Auteur : Bisi, Alceste

Editeur : Albrighi|Segati

Date : 1914

Sujets : Romantisme -- France| Littérature française -- Influence italienne -- 19e siècle| Romantisme (mouvement littéraire) -- France

  • medioevo. Torino, Loescher, 1882, vol. Ier, chap. 1er. Rutilius Numatianus passa les Alpes au com­ mencement du V esiècle, séjourna à Rome pendant quelque temps, et ce ne fut pas sans regret qu’il dit adieu à la ville qu’ il devait appeler plus tard sa
  • littér. franç. du moyen âge ( Romania, vol. V, 1876, pp. 108-113). 2) Les statues de Roland et d’ Olivier au portail du dôme de Vérone sont généralement datées de l’ année 1135; celles des héros arthuriens, sculptées au portail septentrional de la
  • , Loescher, 1887, vol. Ier, pp. 96-109. — G. Paris, La litt. franç., au moyen âge (X Ie-X IV e siècles), II.e édition, revue, corrigée et augmentée d’ un Tableau chro­ nologique, Paris, 1890, pp. 33-7. 3) P. d e Jul l e v i l l e , Histoire de la lang. et de
  • . Lévy, Guilhem Figueira, Berlin, 1890. — P Me y e r , Recueil d’ anciens textes, Paris, 1874. de pèlerins. En 1300, pour celui de Boniface V III on dit que l’ Europe entière était à Rome : les chroniques du temps parlent de deux millions de pèlerins 1
  • les mêmes motifs. Ainsi Avignon fut, pendant soixante ans, une porte de l’ Italie ouverte sur la France, et ce fut par cette porte que le premier souffle de notre Renaissance arriva jusqn’à la cour de Charles V et de Charles VI, parmi les Oresme et les
  • Gerson, 1) Cfr. Dante , Inferno, XVIII, v. 28-33 ; N. Zin g a r e lli, Dante ( in Storia letteraria d’ Italia, Milano, Vallardi), chap. XI, p. 171. les Pierre d’ Ailly et les Nicolas de Clamenges, les Christine de Pisan et les Jean de Montreuil, qu’on
  • cordiales les relations des deux pays, les princes de l’ un se marient avec les princesses de l’ autre, et c’ est comme un rayon de la grâce italienne 1) Il appelle cette ville « la nutrice degli studi del suo tempo » et la visita encore en 1360. G. V ol pi
  • , Il Trecento (in Storia letteraria d’Italia etc. ), chap. II, p. 26. Il parait que Dante aussi a été à Paris entre 1307 et 1310 : d’ autres disent entre 1316 et 1319. Voir: Paradis, IX, v. 1-3, XV, v. 119-120. B a rto l i , Storia della lett. ital
  • ., vol. V, pp. 211 et suiv. C ip o lla , Giorn. stor. d. lett. ital. (1886), vol. VIII, pp. 61-7. N. Z in g a r e lli, ouvr. cité, chap. XIV, pp. 237 et suiv. Far i n e l l i dans son beau livre Dante e la Francia, Hœpli, Milano, 1908, après avoir mis en
  • chevaleresques, on avait eu en France, du douzième au treizième siècle, la riche floraison de la litté­ rature bourgeoise, à laquelle succéda une assez longue période de lassitude: la France semblait épuisée. Le X IV e et le X V e siècles, furent deux époques de
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Componimenti in lode di Ss. Fermo e Rustico

Auteur : Anonyme

Editeur : Université Grenoble Alpes. Bibliothèques et Appui à la Science Ouverte. BU Droit et Lettres.

Date : 1751

Sujets : Littérature chrétienne | Hagiographie chrétienne | Poésie religieuse italienne--18ème siècle

  • fatti da rettorici scolari del molto R. Sig.D. Ottavio Bolgeni nell'Accademia Segrada e recitati nella V. Chiesa di S. Maria Maddalena a 23. Luglio 1751